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25 settembre 2002
 
Biocosa?!? (3)

Capita di leggere:
Il pavimento a listoni XXXXXX unisce il fascino di uno stupendo materiale naturale con la praticità e la durata degli UNDICI STRATI DI VERNICIATURA
...oppure...
Il calore e la bellezza del legno per la vostra cucina (traduzione: una sfoglia spessa 1-2 mm di essenza esotica incollata sopra pannelli di truciolare rifiniti in laminato all'interno)

Pubblicità come queste mi fanno andare in bestia. Ci vorrebbe più rispetto, sia dei materiali che dei consumatori.
Come contraltare mi sarebbe piaciuto linkare il sito di Archetti Legnami (tempo fa esisteva, l'ho visto, lo giuro), però neanche Google è riuscito a trovare tracce on-line di questi commercianti bresciani. Li citerò a memoria, sperando di non tradire lo spirito delle loro tesi anticonformiste, talvolta al limite del fanatismo...

Quando si parla di difetti del legno e della necessità di porvi rimedio con accorgimenti tecnici e/o trattamenti chimici, di solito ci si riferisce a comportamenti caratteristici di questo materiale: il legno si dilata, si restringe, si fessura o deforma. Si muove, insomma.
Possiamo considerarlo un difetto? Certamente no.
Il legno è un materiale vivo che "respira", si adatta, si modifica continuamente. Quando è lasciato libero non crea problemi, anzi regola naturalmente la temperatura e l'umidità degli ambienti in cui è collocato. Quando è brutalizzato da vernici vetrificanti o è compresso eccessivamente, i suoi movimenti trovano sfoghi imprevedibili e sgradevoli. E' tipico il caso di manufatti che, verniciati soltanto sulla faccia visibile, si deformano dopo breve tempo per lo squilibrio insorto.

La stagionatura gioca un ruolo fondamentale.
Una corretta stagionatura andrebbe effettuata all'aperto e dovrebbe protrarsi per parecchi mesi, spesso per anni.
Le esigenze di commercializzazione moderne hanno portato a ridurre drasticamente questi tempi e ad utilizzare macchinari che accellerano il processo naturale. I risultati non sono paragonabili perché la riduzione dell'umidità interna non è sinonimo né di maturazione né di raggiunta stabilità dimensionale. Le brutte sorprese non si contano: ho visto cantieri in cui si sono dovute rimuovere travi nuove, pochi mesi dopo la posa in opera, per il manifestarsi di cipollature (distacco fra due anelli di crescita consecutivi) e fessurazioni che ne compromettevano irrimediabilmente le prestazioni.

Secondo un luogo comune accettato quasi universalmente il legno deve essere protetto.
Nella maggior parte dei casi invece la protezione è superflua (quando non è dannosa, se eseguita mediante prodotti filmanti d'origine sintetica). Gli oggetti in legno che mettiamo dentro le nostre case non avrebbero bisogno di nessuna verniciatura, così come certi legni indigeni (castagno, cipresso, larice...), accuratamente stagionati, resistono all'esterno per decenni senza nessun trattamento.
Quello che in realtà si vuole preservare è l'aspetto del legno nuovo di zecca. I raggi solari e le intemperie modificano il colore di tavole e travi che dopo un po' di tempo assumono un aspetto grigio argentato (che a me piace, guarda un po'). Si tratta di una modificazione superficiale che non pregiudica la conservazione né le prestazioni dei manufatti.
E' buffo pensare a quanto cambino le nostre aspettative di fronte allo stesso materiale. L'oggetto d'antiquariato DEVE apparire vecchio, l'infisso nuovo DEVE mantenere il suo aspetto originale per sempre, a costo della mummificazione chimica.
E' triste pensare quanti prodotti chimici e manodopera siano impiegati per la continua manutenzione di manufatti che sono rovinati dalle stesse vernici filmanti.

sogliasmall.JPGL'architrave in castagno della foto avrà cent'anni almeno. Non è mai stato verniciato né trattato. E' stato arroventato dal sole, inzuppato dalla pioggia, screpolato dalle gelate. Sorregge ancora tranquillamente il muro e, se ne incidessimo la superficie, il legno sotto profumerebbe ancora.

Puntate precedenti: (1) (2)






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